Quando il Covid-19 ha colpito gli Stati Uniti con tutta la sua forza all’inizio del 2020, migliaia di aziende sono state costrette a chiudere, milioni di americani hanno perso il lavoro in poche settimane e, di conseguenza, il PIL del secondo trimestre è crollato di un 29,9%. All’epoca, c’era molta incertezza sulla velocità con cui l’economia si sarebbe ripresa, ma ora, quasi tre anni dopo, si può tranquillamente affermare che la ripresa è stata a dir poco impressionante. Con l’ occupazione non agricola totale che torna al livello pre-pandemia nell’agosto 2022, il mercato del lavoro rimane notevolmente forte, nonostante i grandi sforzi della Fed per raffreddarlo per domare l’inflazione. Ancora più importante, però, anche l’economia nel suo complesso è tornata alla sua traiettoria di crescita pre-pandemia. Secondo la prima stima preliminare pubblicata giovedì dal Bureau of Economic Analysis (BEA) degli Stati Uniti, il PIL reale è cresciuto del 2,1% nel 2022, dopo un forte aumento del 5,9% nel 2021. Come illustra il grafico seguente, il Covid-19 ha intaccato la crescita economica degli Stati Uniti ma, grazie almeno in parte alla generosa spesa di stimolo, non l’ha deviata dalla sua traiettoria. Resta da vedere se pagheremo il prezzo della rapida ripresa nel 2023. Con l’inflazione ancora alta e la Fed determinata a ridurla con ulteriori misure restrittive, molti si aspettano un rallentamento o addirittura una recessione quest’anno. Con il mercato del lavoro, gli investimenti privati ​​e la spesa dei consumatori che sembrano molto robusti, tuttavia, ci sono anche voci che sperano che l’inflazione possa essere controllata senza scivolare nella recessione.

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